
I maggiori brand dell’alta moda hanno rivoluzionato le rispettive linee di produzione, realizzando mascherine e disinfettanti nei propri laboratori; altri, invece, hanno fatto arrivare importanti aiuti economici agli ospedali e alle organizzazioni no profit.
Tutti uniti contro il coronavirus
Il mondo della moda è sempre stato il testimone numero uno dei cambiamenti, adeguandosi passo per passo ai tempi.
E anche stavolta, durante questa “eccezionale” emergenza sanitaria che sta tenendo sotto scacco il mondo intero e causando al settore, la crisi più profonda mai vista, i brand più famosi hanno deciso di fare la loro parte contro il virus.
Infatti, se al momento le vetrine sono spente nei negozi e la bella stagione non è ancora arrivata, in molti stabilimenti, non si è mai smesso di produrre:
Alcuni dei maggiori brand dell’alta moda hanno rivoluzionato le rispettive linee di produzione, realizzando mascherine e disinfettanti nei propri laboratori.
Altri, invece, hanno fatto arrivare importanti aiuti economici agli ospedali e alle organizzazioni no profit.
Grandi case come Armani, Gucci, Prada e molti altri ancora oltre a donazioni per milioni di euro alla Protezione Civile e agli ospedali, hanno iniziato a produrre camici e mascherine.
Lo stesso ha fatto Dior nel suo stabilimento di Redon in Francia
Il gruppo OTB (Diesel, Maison Margiela, Marni) ha deciso di devolvere il 10% dei suoi guadagni online alla lotta al virus, devolvendo il ricavato a strutture a supporto dei malati o ad ospedali minori.
Valentino, invece, ha donato 1 milione di euro all’Ospedale Sacco di Milano ed un 1 milione alla Protezione Civile.

Le grandi firme si reinventano nella produzione di mascherine
Ma quali sono state le conseguenze di questa pandemia?
Tuttavia, le conseguenze della pandemia sulle vendite del 2020 saranno a lungo ricordate:
Da alcune stime, effettuate per la sola Italia, risulta un meno 25% del settore del commercio al dettaglio con marchi globali che si preparano a chiudere in negativo il primo trimestre dell’anno.
L’acquisto e la vendita del lusso è uno scambio che avviene prevalentemente di persona, perciò quando molti acquirenti hanno annullato i loro piani di viaggio durante le settimane della Moda di Milano e Parigi, i grandi brand hanno cercato di correre ai ripari attraverso gli scambi online.
La catena produttiva molto probabilmente cambierà anche se non è chiaro come:
Secondo Quartz nei prossimi due anni le aziende potrebbero rivolgersi a nuovi fornitori e affiancare alla manodopera a basso costo una maggiore automazione e manifatture più avanzate.
Molti marchi e stilisti ne approfitteranno per ripensare e rallentare la produzione, come ha già detto Giorgio Armani.
In generale, spiega Francisco Betti, esperto di produzione del World Economic Forum, la pandemia finirà «per accelerare in modo massiccio» i cambiamenti già in corso da anni nel mondo della moda.